La Statua di Visnù
racconto commentato e illustrato


* Pagina 1 *


           Le antiche leggende indiane narravano che nelle profonde caverne del tempio di Ellora 1 doveva trovarsi un tesoro favoloso consistente in una statua d'oro purissimo che rappresentava la quarta incarnazione del dio Visnù 2, quando quella possente divinità per volere di Brahma fu tramutata in un essere mezzo uomo e mezzo leone affinché distruggesse il gigante Eriniano 3 che tiranneggiava i popoli dell'India.

           In varie epoche, dei coraggiosi si erano provati ad entrare nelle misteriose caverne che si dicevano meravigliose, ma nessuno ne aveva mai fatto ritorno per raccontare se il tesoro realmente esistesse o se le leggende narrassero il falso.

           Il principe di Sholapur 4 specialmente, che era un fervente seguace di Visnù, aveva mandato non pochi dei suoi più famosi guerrieri a cercarlo, ché aveva fatto voto di regalarlo alla più grande pagoda 5 del suo regno; ma quelli al pari degli altri non si erano più fatti vivi. Si smarrivano nella profondità delle caverne, senza essere più capaci di trovare l'apertura, oppure venivano divorati da qualche ferocissima belva che aveva il suo covo in quegli immensi e misteriosi antri?

           Il principe già cominciava a disperare di poter mantenere la promessa fatta ai sacerdoti della grande pagoda, non trovando più ardimentosi che volessero tentare la sorte, quando un giorno si presentò alla sua reggia un giovane e bellissimo indiano, di forme eleganti ed insieme vigorose, che sul turbante portava il distintivo dei rajaputi 6 , ossia dei guerrieri che si pretendono discendenti dai re indiani distinti col nome di "Figli del sole e della luna".

- Conducetemi dal principe - disse il giovane. - Giacché nel suo stato non vi è più alcun prode che tenti di andare alla ricerca della statua d'oro di Visnù, mi offro io.

           I ciambellani ed i favoriti del principe, vedendolo così giovane, poiché non pareva che avesse ancora vent'anni, gli risero in faccia.

- Come vuoi tu - gli disse il gran ciambellano - riuscire là dove non sono stati capaci i più poderosi guerrieri del regno? Fanciullo, va a pescar pesci.

           Insistendo però il giovane, finirono con l'ammetterlo al cospetto del principe, il quale fu subito conquistato dallo sguardo fiero e risoluto di quello sconosciuto.

- Se vuoi andare a morire nei sotterranei di Ellora, - gli disse il principe - io non te lo impedirò. Ti avverto però che non tornerai nemmeno tu.
- E se tornassi con la statua d'oro del dio? - chiese il giovane senza sgomento.
- Ti concederei tutto quello che tu volessi.
- Come vedi, principe, - disse allora il giovane - io appartengo alla più alta casta 7 dei guerrieri e mi vanto, come tale, discendente dagli antichi re delle Indie; quindi posso aspirare ai supremi onori se fossi capace di guadagnarmeli col valore. Un giorno io ho veduto bagnarsi nelle acque del Ran una bellissima fanciulla che m'impressionò così profondamente da togliermi il sonno e la tranquillità: dammi come sposa quella fanciulla, ed io ti prometto di portarti il tesoro celato nella caverna d'Ellora.
- Chiunque ella sia tu l'avrai, perché nessuno può disobbedire ai miei ordini - rispose il principe.
- Allora sappi che quella fanciulla è tua figlia. Tu me l'hai promessa ed saprò conquistarmela.




1 Torna su Cittadina del Maharashtra, stato dell'India centrale, famosa per le grotte-tempio. Si tratta di 34 fra templi e monasteri ricavati nella roccia tra il V e il X secolo d.C. dai seguaci delle tre principali religioni indiane: buddismo, induismo e jainismo.


2 Torna su Visnù è una delle tre principali divinità dell'induismo, insieme a Brahma e Shiva, con le quali forma la Trimurti. Brahma è il dio creatore, Visnù il conservatore e Shiva il distruttore. Per tenere fede al suo aspetto di divinità conservatrice, Visnù, ogni volta che il dharma (cioè l'ordine sociale e la giustizia nel mondo) è in pericolo, scende sulla terra per ristabilirlo. Le sue incarnazioni classiche (avatar in sanscrito) sono dieci. Il concetto delle incarnazioni di Visnù è spesso presente in Salgari. Tra gli avatara di Visnù il quarto, la trasformazione in leone antropomorfo (metà uomo e metà leone) è il preferito di Salgari, che lo descrive sia ne "La montagna di luce" che ne "I misteri della giungla nera". Le due citazioni sopra menzionate, praticamente coincidenti tra loro, sono un riassunto di quanto Salgari lesse nell'opera "Il costume antico e moderno" di Luigi Ferrario (pag.160 del volume dedicato all'India nelle edizioni Batelli di Firenze, 1823-1838). Nel presente racconto Salgari modifica il corretto mito riportato dal Ferrario dicendo che Brahma mutò Visnù nel leone antropomorfo. In realtà Visnù, divinità dello stesso rango di Brahma si incarnò nel leone antropomorfo su richiesta di Brahma e degli altri dei che richiedevano il suo aiuto.

3 Torna su Il nome in sanscrito del gigante è Hiranyakasipu, tradotto dal Ferrario come Ereniano e poi storpiato nelle varie opere di Salgari, probabilmente a causa di qualche tipografo distratto o ingannato dalla cattiva calligrafia dello scrittore, in Creniano, Erineano, Eriniano...

4 Torna su Città dell'India centrale, nell'attuale stato del Maharashtra. Possiede una fortezza tuttora circondata da una doppia cinta muraria e da un fossato.

5 Torna su Al tempo questo termine indicava genericamente il luogo di culto di una religione orientale, come si può leggere ad esempio nel Dizionario "Nuovissimo Melzi"del 1893 alla relativa voce. Salgari lo utilizza sempre con tale significato. Col tempo ha preso ad indicare specificatamente un edificio di culto tipico della religione buddista. Ha generalmente l'aspetto di una torre che va gradatamente aumentando di ampiezza verso la base. E' divisa in vari piani, ognuno dei quali ha un tetto a falde spioventi.

6 Torna su Forma italianizzata per rajaput, una casta guerriera organizzata in clan che dominarono dal VII al XII secolo la pianura gangetica. La rivalità tra i clan tenne in un perenne stato di guerra il loro territorio. Alla fine del XII secolo i rajaput non riuscirono ad arrestare l'avanzata islamica e si trasferirono nelle regioni dell'odierno Rajasthan. Fanno risalire la propria origine al dio del sole o a quello della luna.

7 Torna su Termine di origine portoghese, il cui significato è "razza pura", utilizzato dai missionari portoghesi per tradurre il termine sanscrito jati. Con jati si intende il gruppo umano cui si appartiene per nascita e che impone una serie di pratiche religiose e sociali. Ad esempio ci si deve sposare solo tra appartenenti allo stesso gruppo, il lavoro passa in eredità al figlio e le reciproche relazioni sociali sono regolate da norme.




Vai alla *seconda* pagina del racconto!



E.Salgari
Il Sito

Questo sito è ideato e gestito da La Perla di Labuan
Testi e informazioni a cura del "Tigrotto" Livio Belli

Tutti i diritti sono riservati.