L'India.
Un Paese misterioso e affascinante che e' diventato quasi una sorta di "luogo comune" quando si pensa a Emilio Salgari. In questo Paese sono state infatti ambientate alcune delle più fantastiche avventure uscite dalla penna dello scrittore veronese.
Un Paese che, ormai nel terzo millennio, continua ad affascinare l'Occidente per i suoi colori, il suo folclore, la sua cultura. Per celebrare questo tripudio di Oriente, da qualche anno viene organizzata al Forum di Assago (Milano) una manifestazione che già dal titolo esprime la volontà di "festeggiare": "Il Festival dell'India".
Ed e' alla terza edizione di questo Festival, circondato da danze e musiche, e statue e mobili antichi e sari multicolori, che ha fatto il suo ingresso anche Emilio Salgari.
C'e' da scommetterlo: se Salgari fosse vissuto nel 2004, non avrebbe perso tempo a recarsi dalla sua Verona a Milano per visitare questa manifestazione, per confrontare le sue descrizioni di personaggi indiani con i nativi di questo Paese che giravano tra gli stand, e inoltre se le notizie, che con ardore leggeva nei suoi mille libri, corrispondevano al vero.
La "sua" India, quella che emerge cioè dalle sue pagine, è incredibilmente vera ma anche, sotto molti aspetti, incredibilmente fantasiosa, ma è comunque un'India che ha fatto appassionare tanti Italiani.
Ed è in omaggio a "questa" India e a questo grande scrittore, che sono state realizzate una serie di iniziative salgariane, ad opera di tanti amici, appassionati e studiosi, che si raccolgono intorno alla bandiera del sito www.emiliosalgari.it .
Le iniziative, dicevamo. Innanzitutto, una mostra, articolata in 5 "sezioni", per raccontare come gli illustratori di Salgari hanno "visto" e "fatto vedere" agli Italiani l'India che Salgari aveva dipinto con le sue parole. Abbiamo considerato il termine "illustratori" in un'accezione molto ampia, perché oltre agli ormai ben conosciuti e apprezzati illustratori dei suoi romanzi, vi abbiamo compreso anche gli "sceneggiatori", ovvero le realizzazione cinematografiche tratte dai romanzi salgariani, e i "fumettisti", perché tante e curiose sono state anche le trasposizioni con le "nuvole parlanti".
La mostra, in allestimento permanente per i quattro giorni del Festival, in uno degli stand del Forum, ha funzionato anche da "punto di ritrovo" per i "Tigrotti" intervenuti alla manifestazione dalle varie parti d'Italia.
E, invero, riconoscere lo stand salgariano non era per nulla difficile!
Spiccava infatti, ad uno dei due ingressi, una maestosa, rossa bandiera, con ricamata una ruggente testa di tigre e la scritta "La Tigre è ancora viva - www.emiliosalgari.it", che dava il benvenuto all'entrata del "Covo dei Pirati" in trasferta!
L'altro ingresso il secondo su cui si articolava la mostra, era invece occupato da un banco espositivo della "storica" Casa Editrice Viglongo, "storica" visto che da anni pubblica le Opere di Emilio Salgari e che, con le sue colorate copertine e immagini del Capitano, rappresentava un sicuro punto di riferimento.
Più di 130 sono state le illustrazioni raccolte e presentate nello spazio per noi messo a disposizione dagli organizzatori del Festival (una selezione di esse saranno presentate anche nel volume degli "Atti" relativi a queste iniziative!), tutte arricchite da didascalie esplicative.
E poi ci sono stati i convegni, due per l'esattezza. Il primo di ambito "letterario", cioè incentrato sulle effettive opere scritte da Salgari, che si e' tenuto sabato 27 marzo, e l'altro di carattere "cinematografico", svoltosi invece domenica 28 marzo, e che prendeva le mosse dalla "riscoperta" dei film tratti da quelle stesse opere dello scrittore veronese.
A fare gli onori di casa, nel convegno di sabato, introducendone la tematica e come moderatore degli interventi e della discussione, era con noi Felice Pozzo, attento studioso salgariano, la cui fama nel settore non credo gli necessiti di ulteriori presentazioni.
Si è aperta quindi con Felice Pozzo, la tematica del convegno, che era incentrata sull'India salgariana e in particolare sul romanzo "Le due Tigri" (Donath, 1904) che era stato, da noi organizzatori, scelto come "rappresentante", dell'Opera di Emilio Salgari, innanzitutto per la sua ambientazione e per il suo essere uno dei migliori romanzi dello scrittore veronese, in secondo luogo prendendo "a pretesto", diciamo così, la celebrazione di un anniversario importante: nel 2004 ricorrono infatti i "primi cento anni" dalla pubblicazione in volume di questo romanzo.
E dunque, si e' dato il via agli interventi!
A quello di Felice, ha fatto quindi seguito quello di Livio Belli, che da vari anni arricchisce con articoli e curiosità la pagina dedicata all'India e a Salgari che fa capo a EmilioSalgari.it. Anche in questa sede, il suo intervento e' stato molto interessante perché ci ha parlato dell'importanza dei nomi esotici nei libri di Salgari, con riferimento particolare, ovviamente, a quelli ambientati in India.
Nelle pagine de "Le due Tigri" spicca una vicenda storica che si intreccia in varia misura con le azioni dei personaggi: si tratta della "Rivolta dei Sepoys", il cosiddetto "Great Mutiny" del 1857. Salgari, come sua abitudine, "plasma" sotto certi aspetti questo avvenimento reale per adattarlo alle avventure dei suoi personaggi, ma eccolo, durante il convegno di Assago, ripresentarsi nella sua forma originale, grazie all'intervento di Michelguglielmo Torri, eminente storico dell'India, che, con un ricco apparato di considerazioni storiche, umane e commerciali, ci ha proiettato indietro nel tempo per comprendere come, e perché, si e' verificato questo "Grande Ammutinamento".
A questo punto, parlando di India e di scrittori, il discorso non poteva mancare di cadere su di un altro autore che tanto e' stato legato, e ha scritto, su questo Paese. Si parla naturalmente di Kipling, e ad operare un attento confronto tra la sua opera e quella del nostro Salgari ci ha pensato Paola Irene Galli Mastrodonato, già autrice di un confronto tra lo scrittore veronese e Foster.
Con l'ultimo intervento della giornata, si e' un po' abbandonato il discorso prettamente letterario per focalizzarlo sulla Natura e su quello che e' stato l'atteggiamento di Salgari verso di essa con l'intervento di Ruggero Leonardi dal titolo "Salgari a scuola di Darwin", durante il quale l'attenzione e' stata rivolta anche alla Tigre, animale salgariano per eccellenza, sfida e simbolo per i personaggi usciti dalla sua penna. E che ha chiuso il cerchio, tornando dunque alle "due tigri" da cui si era partiti.
Qui si concludeva l'ambito del convegno, in realtà per c'e' stato poi un intervento in più: nostro ospite è stato, nei giorni di sabato e domenica, l'attore Philippe Leroy, il celebre interprete di "Yanez" nello sceneggiato "Sandokan" del 1976. E così, al termine degli interventi "ufficiali" di questa prima giornata, a braccio, Philippe Leroy ha chiacchierato con noi della sua esperienza cinematografica nel ruolo di "Yanez", un assaggio dell' intervento ben più corposo che ha poi tenuto il giorno successivo.
Avremmo continuato ad ascoltarlo a lungo, ma il programma della giornata prevedeva ancora la premiazione dei vincitori del concorso "I Racconti del Capitano", organizzato da EmilioSalgari.it. Arduo, anche per questa edizione, la seconda, scegliere solo pochi vincitori, tra i racconti presentati alla giuria, e quindi, anche questa volta, in primis, generale e sentito e' andato a tutti i partecipanti il nostro saluto e le nostre congratulazioni!
Con questa premiazione si sono chiuse le porte del convegno, ma il gruppo salgariano si e' ritrovato allo stand della mostra per continuare a chiacchierare e passeggiare, commentando insieme le immagini che componevano il percorso della mostra stessa.
E, immancabile, si e' arrivati al momento della "cena", per la quale abbiamo "dato l'assalto" ad un tranquillo ristorante dell'interland milanese che si è ritrovato davvero invaso da una banda di "Tigrotti" accompagnati da Philippe Leroy.
Si è potuti proseguire con le chiacchiere cominciate nel pomeriggio, passando per discorsi sulla visione "politica" salgariana e le avventure cinematografiche del nostro illustre attore, che hanno acceso la discussione e senza dubbio incuriosito anche gli altri ospiti del locale.
Il giorno dopo, malgrado le cosiddette "ore piccole" fatte stando insieme, eravamo però pronti a ricominciare, perché ci attendeva la seconda giornata del convegno, che sarebbe stata quella conclusiva per le iniziative.
Fino ad ora se ne e' solo accennato, ma il perimetro del Forum ospitava decine e decine di stand e banconi dove era possibile acquistare curiosità e oggetti indiani di tutti i tipi, dai sari agli incensi, ai gioielli ai libri, fermandosi anche a degustare qualche piatto indiano, visto che erano presenti anche dei ristoranti tipici.
E così, dopo una mattinata trascorsa a bighellonare in giro per questi colorati stand, si è tornati nella "sala conferenze" per il secondo convegno organizzato, quello cioè di ambito "cinematografico". Ed e' con un assaggio del cinema tratto da Salgari, che si sono aperti i lavori: abbiamo infatti proiettato un video, realizzato per l'occasione che, attraverso un "percorso storico" (partiva infatti dagli anni '40 per arrivare ai giorni nostri), illustrava pregi e difetti delle produzioni cinematografiche che avevano scelto a vario titolo Salgari come loro soggetto.
Dopo la proiezione di questo video, la nostra "special guest" Philippe Leroy ha dato il via alla porzione di convegno/dibattito in programma per la giornata, come già accennato poc'anzi, parlando della "sua" esperienza in India e Malesia per girare le riprese del "Sandokan" nel 1976.
Dulcis in fundo, e' stata la volta di Irene Salvi, che, con all'attivo una tesi proprio sulla cinematografia salgariana incentrata sulle avventure di Sandokan, ha analizzato le caratteristiche dei film poco prima proiettati, inquadrandoli nel contesto italiano di storia del cinema che li aveva visti realizzare.
Con questo intervento, si e' giunti alla fine dei lavori per il convegno (ma non della giornata, che e' stata ancora ricca di chiacchiere salgariane!), ma prima di concluderlo abbiamo voluto ringraziare per la loro presenza degli ospiti molto speciali: sono stati con noi la domenica, infatti, Patrizia e Romero Salgari, i bisnipoti dello scrittore veronese che, incuriositi dalle iniziative organizzate, sono venuti a trovarci!
Qui si ferma l'avventura, perché invero quella di Assago e' stata una bella avventura, frutto della collaborazione di tanti "Tigrotti", lo "staff di EmilioSalgari.it che hanno voluto omaggiare, ciascuno a suo modo e con le proprie possibilità, Emilio Salgari, nella cornice di un Paese esotico e affascinante che ci ha permesso di sognare e di divertirci.
Grazie perciò a tutti i partecipanti. La rossa bandiera con la testa di tigre continuerà a sventolare con il suo messaggio di speranza e di sfida: "La Tigre e' ancora viva!"
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