* Dizionario marittimo salgariano *


 

A

Abbordare: venire bordo contro bordo. L’avvicinamento di due navi, non necessariamente per scopi guerreschi. Nel tempo è poi assurto come pieno sinonimo di arrembare.

Accostare: avvicinarsi con andatura particolarmente moderata ad altre strutture (p.e. banchine, boe d’ormeggio, …); viene così detta anche l’azione del timone per compiere la manovra.

Alberetti: le sezioni terminanti di ogni albero. Abbiamo alberetto di velaccino e di controvelaccino (trinchetto); alberetto di velaccio e di controvelaccio (maestro); alberetto di belvedere e di controbelvedere (mezzana).

Alberi: fusti di notevoli dimensioni a sezione circolare, installati sulla nave allo scopo di reggere la velatura. La presenza e il tipo di alberi cambia a seconda del tipo di nave in considerazione ma, nella forma più diffusa si hanno trinchetto (a pruavia), maestro (a mezzanave) e mezzana (a poppavia).

Almirante: dall'arabo al-amir, "che ha il comando". Antico nome dell'ammiraglio.

Ammainare: calare qualsiasi oggetto dall’alto (testa d’albero) verso il basso. Termine spesso riferito alle bandiere.

Ammarinare: catturare una nave e inserirla nella propria flotta.

Antenne: lunghe aste per sorreggere le vele più alte o alcune vele particolari (p.e. latina o al terzo). Sono assimilabili ai pennoni.

Artimone: antico nome (usato sulle triremi fino al XVI secolo) della vela più bassa del trinchetto.

Attraccare: manovra d’ormeggio ad una banchina o ad un molo.

Avaria: malfunzionamento o completo danneggiamento di un qualsiasi organo indispensabile alla navigazione come l’elica, la bussola, il timone, etc.

 

B

Babordo: francesismo per indicare la fiancata sinistra.
nota
- un simpatico aneddoto vuole che i termini francesi babordo e tribordo (sinistra e dritta), siano stati inventati nel '500, dai "terragnoli". In uno dei porti della Francia aveva un fiorente commercio un certo Monsieur de Batrie, che ossessionato da se stesso, soleva porre un cartello sulla poppa di ogni sua nave: BATRIE. Ora chi era sulle bachine leggeva, a seconda di dove si trovava, BA (a sinistra) e TRIE (a dritta). Così il bordo dove si vedeva BA, divenne il BA-BORD, mentre l'altro il TRIE-BORD.

Baleniera: imbarcazione di modeste dimensioni, spesso imbarcata sulle navi come mezzo di trasferimento o di salvataggio. È caratterizzata dall’avere la poppa e la prua ugualmente affinate (ossia non vi è specchio di poppa). Lo stesso termine identifica un vascello generico, attrezzato per la caccia ai grossi cetacei.

Banda (timone alla): quando, nell’atto di virare o strambare o di compiere una qualsiasi manovra che richieda una rapido cambiamento di rotta, il timone viene portato tramite la barra o la ruota al massimo della sua angolazione. Si “orza alla banda”, quando il timone viene girato verso la direzione del vento; si “poggia alla banda” quando si porta la prua della nave lontana dal vento. Oggi, dal momento che non si manovra in relazione alle caratteristiche del vento, si dice “timone tutto a dritta” o “tutto a sinistra”.

Barra: asta infissa sulla sommità del timone per consentire la manovra di questo. È un sistema di governo alternativo alla ruota del timone. Si chiama invece barra costiera, una parte delle crocette.

Bastingaggi: dal francese bastinguage, da bastir "costruire". Cassoni posti dietro alle murate dove vengono riposte le brande quando sono rollate.

Batteria: serie di cannoni disposti affiancati lungo il ponte (di batteria o di coperta). Vengono mossi tramite un sistema di paranchi in modo che sporgano dalla fiancata attraverso i sabordi; manovra detta “pezzi in batteria”.

Beccheggio: movimento della nave intorno all'asse longitudinale, indotto dalle perturbazioni climatiche. La nave immerge, ossia, ora la prora ora la poppa.

Boccaporto: apertura quadrangolare praticata nel ponte di coperta per consentire l’accesso delle merci alla stiva. Se di piccole dimensioni, viene detto boccaportello; se l’apertura è più esigua, tale da fungere solo da lucernaio o da permettere il passaggio di un uomo o di piccoli oggetti a passamano, l’apertura si definisce osteriggio.

Bogli: probabilmente sono i bagli. Dal latino baiulus "portatore", "sostegno". Sono elementi della struttura interna della nave, che corrono da una fiancata all'altra, sorreggendo il ponte e conferendo alla nave robustezza e elasticità.

Bolina: particolare andatura a vela che consente di risalire il vento. La prua della nave forma con la direzione del vento un angolo variabile tra i 30° e i 65° a seconda se sia “buona boliniera” e se stringa bene il vento. Non è ovviamente possibile rimanere a lungo sulla stessa rotta quindi, andando di bolina, si compiranno frequenti virati per cambiare mure, procedendo a “zig-zag”. Ogni “lato” percorso viene detto bordo.

Bompresso: albero che si estende praticamente orizzontale, oltre la prua. Si poggia su speciali madieri detti apostoli (perchè 12). Su di esso vengono spiegati i fiocchi e i contro-fiocchi, che prendono nomi diversi a seconda della loro posizione (fiocco, contro-fiocco, uccellina, trinchettina...).

Bonaccia: chiattura, patana. Assenza totale di qualsiasi alito di vento, diffusa nelle zone tropicali. Temutissima dai naviganti a vela in quanto priva la nave di qualsiasi propulsione e governabilità.

Bordata: sia fuoco simultaneo di tutti i pezzi di una fiancata, sia la manovra della nave con cui la prua attraversa il vento, ricevendolo dall'altro lato. Anche detta virata, è una manovra che viene spesso usata nell'andatura di bolina (l'asse longitudinale della nave forma un angolo di 25-45° con la direzione del vento), permettendo, con continui "zig-zag", di risalire il vento.

Bracci: delle vele. Parte del sofisticato congegno atto alla manovra delle vele. I bracci servono per spostare la vela lungo l'asse verticale. Da qui l'ordine "bracciare/controbracciare le vele"

Braccio: oltre ad essere un’unità di misura largamente diffusa a bordo, i bracci delle vele sono particolari manovre correnti che consentono di variare l’angolazione della vela, muovendola lungo l’asse verticale.

Brigantino:  da brigante "compagno d'arme", perchè impiegato come nave di conserva, o di scorta. Veloce nave a due alberi (trinchetto e maestro) armata a vele quadre, generalmente tre per albero. Armato da non più di 12 pezzi era una delle navi ideali per la guerra di corsa, insieme con le golette. Si dice brigantino a palo, quando la randa del maestro, non è posta a poppavia di questo, ma su un ulteriore alberetto a poppa. Il francesimo brick, indica un brigantino armato. La Folgore è un brigantino.

Brulotto: bastimento caricato di materiale esplosivo o facilmente infiammabile, utilizzato come “nave suicida” e scagliato sul nemico per causarne la distruzione.

 

C

Cabotaggio: tipo di traffico marittimo a breve distanza. Si usa distinguere tra piccolo cabotaggio (navigazione essenzialmente costiera tra porti vicini) e gran cabotaggio (area del Mediterraneo, delle coste nord europee, di quelle nordafricane e di quelle dell’India nordoccidentale, non allontanandosi più di 300 miglia dalla terra).

Calafatare: operazione del calafataggio, per rendere lo scafo impermeabile. Consiste nel riempire i comenti (le aperture naturali rimaste tra un corso di fasciame e l’altro) con catrame e filacce di stoffa.

Capo di banda: o frisata, o falchetta. Estremità superiore della murata, definito errroneamente corrimano.

Capone: grue, prodiere o poppiere, poste le une sopra i masconi, le altre sul capo di banda, all'estrema poppa (per Salgari cappone).
nota
- per il Dizionario di Marina è concesso come termine principale cappone.

Cappa: "mettersi alla cappa" vuol dire fuggire il mal tempo con una velatura, appunto, detta di cappa (in genere vele basse ridotte e vele superiori completamente serrate).
nota
- non bisogna confodere il termine con "in panna", che significa arrestarsi, prendendo le vele a collo (ossia con il vento che agisce dalla parte opposta a quella comune).

Carabottino: graticcio di legno, che serve per lo scolo delle acque, posto in strategici punti sul ponte.
nota
- in alcuni film sulla Marina Britannica (come il recente "Master & Commander" o lo sceneggiato TV "Hornblower") quando è in corso una fustigazione, viene levato il carabottino dalla sua sede naturale, appoggiato all'albero, e quivi legato il punito.

Carena: la parte della nave compresa tra la linea di galleggiamento e la chiglia, ossia la parte immersa della nave. Per questo viene chiamata anche opera viva, essendo indispensabile la sua integrità per la salvezza della nave.

Carronata: grosso cannone navale ad avancarica di cui erano munite le grandi navi da guerra, con calibro variabile tra le 24 e le 64 libbre.

Cassero: parte sopraelevata rispetto al ponte, posta a poppa. Usualmente vi è posta la ruota del timone, quindi coincide spesso con il ponte di comando.

Castello: parte sopraelevata rispetto al ponte, posta a prua.

Chiglia: "spina dorsale" della nave, elemento principale della costruzione. Su di essa trovano alloggio le costole, o madieri. Nelle navi d'oggi è praticamente scomparsa, inglobata nello scafo.

Cima: nome generico di qualsiasi cavo presente a bordo.

Coffa: dall'arabo kuffa, "cesta". Piattaforma aerea, posizionata tra due pennoni, che permette alle vedette di osservare meglio l'orizzonte. Vi si possono installare strumenti di navigazione e armi leggere.

Colomba: chiglia di un solo pezzo, propria dei piccoli bastimenti in legno (tartane, leùdi, tjalk...), ossia sprovvista di parelli (incasti a scalini per la chiglia composta).

Coltellacci: vele supplementari che, come gli stragli, si pongono tra un albero e l'altro.
nota
- il Dizionario di Marina li descrive come vele trapezoidali posti a lato di gabbia e parrochetto, ossia affini agli scopamare.

Colubrina: cannoncino brandeggiabile montato sulla sommità delle murate.

Conserva (navigare di): navi di scorta (armata o di supporto) che procedono parallelamente ad un’unità di importanza maggiore.

Contropappafichi: termine che deriva dallo spagnolo contro-papahigos. Nella marineria italiana non è mai entrato a far parte. Designa le vele più alte dell'albero (quelle che per noi sono velaccio velaccino e belvedere).

Coperta: ponte di coperta. È il piano esterno della nave, il ponte più in alto rispetto al livello del mare, su cui sono montate tutte le attrezzature.

Corbetti: parti dell'ossatura che tendono il fasciame, prossimi alla chiglia.
nota
- il Dizionario di Marina cita la sola voce corba, da corbis, "cesto di vimini", e ne da la definizione di altro nome dei madieri.

Corvetta: nave a due o tre alberi, tipica del '700 (anche se compare nel romazio "Jolanda la figlia del Corsaro Nero"). Armata con vele quadre, abbastanza pesante, con due batterie di cannoni, o una sola ben provvista di bocche da fuoco.

Crocette: perpendicolari alla chiglia, posizionate a diverse altezze, servono d'alloggio alle sartie, per una migliore tensione.

Cubia o occhio di cubia: aperture rinforzate, praticate sulle murate prodiere, per permettere il passaggio della catena dell’ancora.

Cutter: nave settecentesca, ad un solo albero, portante due vele quadre, randa e tre fiocchi sul bompresso. Velocissimo veliero, non portava più di dieci pezzi, era utilizzato come difesa dai contrabbandieri oppure come violatore di blocco.

 

D

Delfiniera: (dolfiniera) rete posta sotto il bompresso, che funge di appoggio e di sicurezza ai marinai prodieri.

Deriva: scostamento della nave dalla propria rotta, dovuto all’azione della corrente marina. La deriva, come elemento costruttivo, è un’appendice (simile ad una pinna) che si estende da sotto la chiglia per arginare l’effetto di deriva.

 

E

Elica: struttura a pale (leggermente incurvate) esclusiva dei bastimenti a propulsione meccanica. Il motore o la turbina fanno girare un lungo albero (sotto il livello di galleggiamento), alla cui estremità è montata l’elica. A seconda della sua rotazione, può essere destrorsa o sinistrorsa. Vi possono essere più eliche montante su una sola nave.

 

F

Frapponte: è lo spazio che intercorre fra due ponti, che formano rispettivamete il tetto e il pavimento (pagliolo). Comunemente è detto corridoio o, se piccolo, carrugio.

Fregata: nave a tre alberi, con elevato dislocamento, armata a vele quadre, con due o tre batterie.

 

G

Gabbia: generalmente (al plr.), indica le prime vele di ogni albero a partire dal ponte. Più propriamente gabbia e controgabbia sono vele appartenenti al maestro.

Gabbieri: marinai incaricati delle manovra di tutte le vele.

Galeone: pesante nave a tre o quattro alberi a vele quadre, armato da numerosi pezzi. Caratterizzato da stive capientissime, utilizzate per il commercio, per questo dotato di una velocità limitata (non superiore ai 6 nodi). Bastimento caratteristico del '500, venne utilizzato per tutto il secolo sucessivo, principalmente da spagnoli e olandesi, i quali trasportavano con essi le ricchezze delle proprie colonie.
nota
- il galeone è diventato per eccellenza la "nave dei pirati", in qualsiasi forma pubblicitaria che sponsorizza il mondo della Filibusta. Tutti noi sappiamo come invece i pirati (o meglio i corsari, anche se per il mondo del grande mercato pirati, bucanieri e corsari sono la stessa cosa) davano la caccia ai galeoni, ma non se ne servivano. Se riuscivano a catturarne qualcuno (cosa che accadeva principalmente quando vi era un'unità isolata e i filibustieri erano in squadra) piuttosto lo rivendevano, cavandone un buon profitto.

Galleggiamento: piano o linea dove la nave incontra la superficie del mare.

Gavitello: galleggiante di sughero impiegato come salvagente.

Gherlino: cima di piccolo diametro, generalmente impiegata per l’ormeggio delle barche.

Giardinetto: ciascuna delle curvature (anche) poppiere della nave

Goletta: svelto naviglio a due alberi, in genere armati di sole rande e contro-rande, più i fiocchi sul bompresso. Se munita di piccole vele quadre, poste in alto, si dice goletta a gabbiole. Gli alberi sono maestro e trinchetto, e il primo è il più alto. In caso contrario abbiamo di fronte un ketch.

Gòmena: cavo per l'ormeggio di notevole diametro, ma anche unità di misura. Una gomena vale un decimo di miglio, ossia circa 185 metri.

Grappino: gancio ricurvo, a tre braccia, utilizzato negli abbordaggi, veniva scagliato sulla nave nemica per avvicinare le due fiancate delle navi coinvolte nel combattimento.

Griselle: sottili funicelle (o piccole asticelle metalliche o di legno) legate alle sartie a distanza costante, per mantenerle adeguatamente distanziate e consentire ai gabbieri di andare agilmente a riva (in testa d’albero).

Guardia: ciascun periodo di sorveglianza. Si distingue in Diana (la guardia del mattino, va dalle 04:00 alle 08:00) e in gaettoni ( 1° dalle 08:00 alle 12:00; 2° dalle 12:00 alle 16:00; 3° dalle 16:00 alle 20:00; 4° dalle 20:00 alle 24:00; 5° dalle 24:00 alle 04:00). La guardia franca è costituita dai franchi, ossia i marinai smontanti dall'ultima guardia.

 

I

Imbrogliare: ripiegare le vele nei propri imbrogli (piccoli legacci assicurati ai pennoni), al fine di sottrarle all’azione del vento.

Issare: o alare. Alzare qualsiasi oggetto dal basso verso l’alto, utilizzando paranchi, bozzelli o semplicemente delle cime. Termine spesso riferito alle bandiere.

 

L

Lancia: imbarcazione di servizio alle grandi navi, in genere con quattro banchi (e quattro ordini di due rematori).

 

M

Madiere: parte della costola immediatamente a contatto con la chiglia.

Maestro: il principale degli alberi di una nave, posto al centro di essa. Per la sua dimensione, la sua posizione è il più importante, non solo per la velocità ma anche per la stabilità stessa.

Manichelle o manichette: ognuno dei bracci della pompa a mano.

Manovre: fisse (o dormienti) o correnti (scorrenti come dice Salgari). Le prime sono tutte quelle cime che una volta assicurate non venono più toccate (sartie, paterazzi, drizze, stralli), quindi svolgono un lavoro statico. Le seconde sono cime che servono a muovere qualcosa, come pennoni e vele (come le scotte, le drizze).

Mascone: ciascuna delle curvature (anche) prodiere della nave (più o meno dove scendono le ancore).

Mezzana: l’albero più a poppavia di quelli presenti. Prende il nome di mezzana anche la vela più bassa.

Miglio marino: principale unità di misura per le distanze in mare. Il valore del miglio marino è di 1852 metri.

Murata: ciascuno dei fianchi della nave, laddove questi sono perpendicolari al piano di galleggiamento. L’intera sezione laterale – dalla chiglia alla falchetta – si definisce comunemente fiancata.

 

N

Nave: qualsiasi grande galleggiante. Esattamente però, è un bastimento armato di tre alberi a vele quadre: trinchetto, maestro e mezzana. Si dice nave a palo, quando la randa della mezzana non è posta a poppavia di questa, ma su un ulteriore alberetto a poppa.

Nostromo: il primo tra i marinai. La parola deriva da nostro homo, che fa capire come sia un punto di riferimento per la nave. Il nostromo si occupa di coordinare i marinai alla manovra, nelle riparazioni e durante le operazioni commerciali, di concerto con gli ufficiali.

 

O

Ombrinali: fori praticati sul ponte, lungo la murata, per permettere all'acqua (e al sangue!) di scorrere via.

Opera morta: insieme degli elementi strutturali che si trova al disopra del galleggiamento.

Opera viva: la parte strutturale della nave che si trova immersa (chiglia, carena, e altri elementi di congiunzione e rinforzatura).

Orzare: "mettere il timone all'orza". Manovrare il timone in modo che la prua della nave si avvicini alla direzione del vento, operazione che precede la virata. In questo caso si "orza tutto"

 

P

Panna (mettere in panna): v. cappa.

Pappafico: termine che deriva dallo spagnolo papahigos. Nella marineria italiana non è mai entrato a far parte. Designa le vele più alte dell'albero, immediatamente inferiori ai contropappafichi (v.).

Paratia: parete divisoria dei locali interni della nave (compartimenti). Sono stagne se a prova d’acqua. La loro funzione è quella di dividere la nave in “sezioni chiuse” in modo che, se per esempio si verifichi un incendio o un allagamento, il danno rimanga circoscritto in un solo ambiente e non si propaghi, compromettendo l’intera nave. Possiamo avere un numero sempre diverso di paratie; quella più a prua viene detta “paratia di collisione” (e individua il gavone di prua, lo spazio tra l’estrema prua e la paratia), quella più a poppa “paratia del pressatrecce”.
nota – Il Titanic affondò poiché la collisione laterale con l’iceberg, ne squarciò la fiancata provocando l’allagamento di 5 compartimenti. Malgrado le paratie stagne vennero chiuse (e quindi l’acqua non si propagò oltre quelle cinque stive) Il peso dell’acqua entrata, fu tale da trascinarlo negli abissi. Secondo alcuni studi, se il Titanic non avesse virato, infilando la prora nell’iceberg, avrebbe sfondato e allagato solo il gavone e, presumibilmente sarebbe rimasto a galla. Ma si sa, la storia non vuole se e non vuole ma!

Parrochetto: vela (parrochetto basso) dell'albero di trinchetto, immediatamente superiore al trinchetto e inferiore al parrochetto volante.

Paterazzi: ciascuna delle manovre fisse atte a sostenere gli alberi. Corrono dall'albero verso prua o verso poppa, a differenza delle sartie.

Poggiare: o "appoggiare", "mettere il timone alla poggia, o alla puggia". Manovrare il timone in modo che la prua della nave si allontani dalla direzione del vento.

Polena: figura ornamentale posta a prua, sotto il bompresso. In genere richiama il nome della nave.

Pomo: (inteso come l'estremità superiore di ogni albero) nome comune dato alla formaggetta.

Ponte: superficie che si estende tra la prua, la poppa, la dritta e la sinistra. Bisogna differenziare tra ponte di comando (dov'è posto il timone e tutta l'attrezzatura per la navigazione) e ponte principale (che è il ponte che corre ininterrottamente dall'estrema prora all'estrema poppa, al fine di garantire una riserva di galleggiamento in caso di falla).

Poppavia: tutto ciò che si trova in direzione della poppa.

Proravia: tutto ciò che si trova in direzione della prua.

 

R

Randa: vela trapezoidale (detta appunto aurica), posta a poppavia dell'albero, utile per le andature di "vento stretto". Si articola tra due pennoni: il boma (Salgari utilizza l'articolo femminile), p. inferiore, e il picco, p. superiore.
nota - la randa come la vediamo oggi (uno spicchio con un taglio alla base) è l'evoluzione della combinazione di randa+controranda. Infatti è priva del picco che separa le due vele, che vengono unificate.

Ribolla: termine veneziano ( XV sec.) che indica la ruota del timone. E frequentemente utilizzato da Salgari.

Rollata: movimento della nave intorno all'asse trasversale, indotto dalle perturbazioni climatiche. La nave immerge, ossia, ora la dritta ora la sinistra.

Rotta: direzione (stimata o effettiva) seguita dalla nave per raggiungere una destinazione. È espressa in gradi, primi e secondi.

 

S

Sabordi : francesismo per portelli. Fori (circolari nel '500) rettangolari da cui spuntano le gole dei cannoni. Tutt'oggi i francesi chiamano sabord, qualsiasi apertura sulla nave.

Sagola: cavo di diametro ridotto. Ideale per il lancio (di grappini o di occhielli per l’ormeggio).

Santabarbara: locale delle polveri e degli esplosivi.

Sàrtie: manovre fisse atte a sostenre gli alberi. Corrono dall'albero verso i due bordi della nave. Tra di esse sono poste le griselle.
nota
- in alcuni film, durante le tempeste, si vedono le sartie svolazzare liberamente al vento. Questo è un gravissimo errore, che deriva dal fatto che per i "terragnoli", le sartie sono le scalette di corda con cui i marinai salgono sugli alberi.

Scopamari: o scopamare (sia sing. che plr.). Vele supplementari che si aggiungono ai lati delle gabbie per sfruttare al massimo il vento.

Scotta: manovra corrente per regolare una vela, in conformità all’intensità e direzione del vento. La si può tirare (e allora si cazza, o si tesa) o mollare (lascare).

Serrare: sinonimo di imbrogliare, riferito alla velatura.

Sestante: strumento importantissimo per la navigazione astronomica. Il suo nome deriva infatti dalla sua ampiezza: corrisponde infatti ad un sesto di angolo giro (fu preceduto dall’ottante e dal quadrante). Con il sestante si misurano le altezze di stelle, le altezze di sole e luna e le altezze di pianeta. Dopo opportuni calcoli è possibile trovare sulla carta (anche con ottimo scarto) il punto nave astronomico.

Shooner: o skooner. Nome inglese della goletta.

Sopravvento: qualsiasi cosa si trovi nella direzione da cui soffia il vento. Anche il bordo della nave che per primo viene detto “bordo o lato di sopravvento”.

Sottovento: qualsiasi cosa si trovi nella direzione verso cui soffia il vento. Anche il bordo della opposto alla direzione del vento viene detto “bordo o lato di sottovento”.

Sperone: anticamente era un rostro prominente, fissato a prua delle navi da guerra, che serviva per sfondare le murate nemiche. Trovò largo uso tra i greci e i romani, poi progressivamente si ridusse a poco più di un ricciolo ornamentale sotto il bompresso.

Stiva: spazio interno della nave adibito al trasporto delle merci.

Straglio: o strallo. Manovra fissa della nave, che sorreggono gli alberi da poppa. Su questi cavi possono essere spiegate alcune vele aggiuntive, triangolari, che prendono lo stesso nome della manovra.

Strambare: la strambata si ha quando la nave, per cambiare direzione e assetto delle vele, attraversa con la poppa la direzione del vento.

Stringere il vento: avvicinare la prua della nave alla direzione del vento, finché le vele lo consentano, in modo da aumentare la velocità. Può precedere la virata.

 

T

Tambura: nome che Salgari da alla ruota laterale del piroscafo. E strano però che egli "provveda" le navi da guerra di tambure, in quanto sono tipiche delle imbarcazioni fluviali. Il termine non è mai stato adottato nei dizionari di marina italiana.
nota
- nel romanzo "Le Tigri di Mompracem", Salgari scrive "la tambura di bambura", non lo so esattamente ma credo si intuisca che sia quella di sinistra (di babordo). Il Dizionario di Marina, alla voce tamburo (che a oggi è l'asse su cui ruota l'argano dell'ancora), definisce anche come copertura di protezione della metà superiore di ciascuna ruota.

Timone: organo di governo della nave. Sebbene prenda il nome di timone la ruota o la barra che sta tra le mani del timoniere, il termine indica tecnicamente solo la pala immersa nell’acqua che consente i cambi di direzione.

Tolda: altro nome del ponte di coperta.

Terzaroli: mani di terzaroli. Parte della vela che viene ritirata in condizioni di mal tempo. La vela viene ripiegata su se stessa e legata con cavetti chiamati mataffioni.

 

V

Vascello: oltre a essere il termine che, come nave e bastimento, indica generalmente un natante, il vascello è la più grossa costruzione navale della marineria a vela. Armato di tre alberi a vele quadre il vascello si classifica in 4 ranghi, a seconda del numero di cannoni imbarcati, che oscilla tra i 70 pezzi e i 150.

Vento: principale propulsore delle navi a vela, si distingue in base alla provenienza. I venti vengono posti sulla "rosa", che nel corso del tempo ha avuto fino a dodici "petali". Si crede che sia un'invenzione dei navigatori del "Mare Nostrum", che posero l'isola di Malta quale centro della "Rosa dei Venti". Così sono giunti fino a noi il vento Greco o Grecale (proveniente da NE, quindi dalla Grecia); il Levante (da E); lo Scirocco (da SE, dove sta la Siria); il Mezzogiorno o Austro (da S, dall'emisfero Australe); il Libeccio (da SO, proveniente dalla Libia); il Ponente (da O); il Maestro o Maestrale (da NO, proveniente dalla direzione magister, quella della nostra penisola) e la Tramontana (da N).

Verricello: strumento impiegato per l’avvolgimento e la messa in forza delle grosse cime d’ormeggio o delle catene delle ancore. Se l’asse di rotazione è orizzontale, si chiama verricello; se verticale, argano. I piccoli arganelli montanti sulle moderne barche a vela, prendono il nome di winch.

Virare: la virata si ha quando la nave, per cambiare direzione e assetto delle vele, attraversa con la prua la direzione del vento.







NOTA BENE: per la compilazione del seguente * dizionario marittimo * mi sono avvalso della consultazione di numerosi volumi rintracciabili nelle biblioteche comunali di Rivoli (TO), Leumann - Collegno (TO), Torino, Empoli e Livorno. Ringrazio gli autori dei suddetti libri da me consultati, per avermi fornito una lauta cultura marinara, seconda solo a quella impartitami dallo scrittore Emilio Salgari.
Indubbiamente posso consigliare la lettura del Dizionario di Marina, interessante vocabolario di cui ho fatto ampio uso, scritto da I. Gallinaro e G. Bareri Squatrotti - Ed. Longanesi & Co.



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