Le altre "Marianne"



Fioritura di personaggi di tal nome a Napoli, dove Salgari fece nascere una delle sue eroine piu' amate.

«Era una fanciulla di sedici o diciassette anni, dalla taglia piccola, ma snella ed elegante, dalle forme superbamente modellate, dalla cintura cosi' stretta che una sola mano sarebbe bastata per circondarla, dalla pelle rosea e fresca come un fiore appena sbocciato. Aveva una testolina ammirabile, con due occhi azzurri come l'acqua del mare, una fronte d'incomparabile precisione, sotto la quale spiccavano due sopracciglia leggiadramente arcuate e che quasi si toccavano. Una capigliatura bionda le scendeva in pittoresco disordine, come una pioggia d'oro, sul bianco busticino che le copriva il seno…».

Ricordate? Cosi' Salgari descrive Marianna Guillonk, la Perla di Labuan, la fanciulla amata da Sandokan, ne Le tigri di Mompracem.
E continuando:

«Lady Marianna Guillonk era nata sotto il bel cielo d'Italia, sulle rive dello splendido golfo di Napoli, da madre italiana e da padre inglese. Rimasta orfana a undici anni ed erede di una cospicua sostanza, era stata raccolta da suo zio James, l'unico parente che allora si trovasse in Europa».

«Sulle rive dello splendido golfo di Napoli…». Ed e' proprio a Napoli che ci conduce di nuovo questo itinerario. Di nuovo, perche' abbiamo gia' toccato la citta' partenopea per rintracciare il palazzo di Eleonora duchessa d’Eboli alias Capitan Tempesta.
Marianna. Da dove Salgari ha tratto spunto per scegliere il nome di una delle sue eroine più amate? Certo, questo nome composito formato da Maria e Anna, e' (o era) abbastanza comune a Napoli, città visceralmente devota alla Madre di Gesu' e ad Anna, che una tradizione apocrifa indica quale madre della Madonna.
Ma c’e' stata una Marianna napoletana famosa di cui Salgari ha potuto avere notizia? Gia' dalle poche ricerche fatte risulta un elenco piuttosto lungo. Ecco solo qualche nome.
Tra le Marianne di sangue blu trovo la sorella di Filippo IV re di Spagna Maria Anna d’Austria, detta Donna Marianna, che nel 1630 durante il suo viaggio per sposare il re d’Ungheria, fece tappa a Barra, alle porte di Napoli, nella villa del Roomer: un lungo soggiorno di quattro mesi che tra feste, cerimonie e altro fu quasi tutto a carico del viceregno napoletano (o meglio dei sudditi, costretti a elargire donativi e gabelle).
Tra le Marianne artiste spicca la soprano Marianna Monti (1730-1814), che si esibi' sempre in parti d’opera buffa e per oltre vent’anni fu forse la “prima buffa”, per la quale diversi compositori partenopei crearono un ruolo nelle loro opere.
Tra le popolane c’e' una Marianna De Crescenzo, detta la Sangiovannara (dal rione di San Giovanni a Teduccio) una patriota garibaldina di cui si sa solo l’anno di nascita: 1830. Figlia di un fruttivendolo e vedova di un soldato borbonico, gestiva una taverna nel popolare quartiere della Pignasecca. Una foto la ritrae in età matura piuttosto tozza, con uno scialle sulle spalle, armata di pistola e di pugnale: decisamente l’opposto della gentile figura della Perla di Labuan!
Una Marianna ancora diversa e' la contessa Marianna Fornararo vedova De Fusco, confondatrice del santuario di Pompei insieme al beato Bartolo Longo, cui si uni' in matrimonio nel 1885. Una donna profondamente religiosa, dedita alle numerose opere caritative fiorite attorno al celebre tempio mariano.
No, non credo proprio che Salgari si sia ispirato a una di queste quanto al nome… A proposito! Dimenticavo la più celebre e misteriosa Marianna partenopea, popolarmente nota come “Marianna ‘a capa ‘e Napule” (Marianna la testa di Napoli). Si tratta di una testa marmorea muliebre di epoca classica, che la tradizione ha sempre identificato con la mitica sirena Partenope, attorno al cui sepolcro sorse il primo nucleo della città greca, testa divenuta lungo i secoli il simbolo per eccellenza di Napoli.
Rinvenuta verso la fine del XVI secolo e collocata su una base nei pressi di piazza Mercato, subi' nel corso del tempo mutilazioni e deturpazioni, a partire dalla rivolta di Masaniello fino ai bombardamenti dell’ultima guerra. Puntualmente restaurata, più volte spostata di luogo, oggi troneggia in luogo più degno: in cima allo scalone centrale di palazzo San Giacomo, sede del Municipio, mentre una sua copia rimane nel quartiere d’origine, presso l’entrata della chiesetta di San Giovanni a Mare. Secondo alcuni l’appellativo di Marianna le fu dato nell’Ottocento quando fu posta di fronte alla chiesa di Santa Maria dell’Avvocata, dove era venerato anche un busto di sant’Anna.
Vera immagine delle vicissitudini secolari sofferte dai napoletani, che proprio per questo le sono sempre stati affezionati, Marianna ‘a capa e Napule puo' aver ispirato a Salgari il nome della fanciulla «nata sulle rive dello splendido golfo di Napoli», la cui sorte peraltro non fu cosi' felice visto che mori' precocemente di colera? Non mi azzardo a sostenerlo. Ma e' bello immaginarlo.

Oreste Paliotti


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