Un mostro... nemico dei pescatori

da "L'Innocenza" - settimanale, Torino, 30 dicembre 1893



Bambini cari, avete mai veduto il mare?
Oh sì, sì! mi rispondete: noi l'abbiamo veduto a Genova, alla Spezia, a Livorno, ed in altri porti delle splendide spiagge che fanno corona alla nostra bella Italia; lo abbiamo ammirato insieme alla mammina, ai bagni, durante i calori dell'estate.
Me lo immaginavo e scommetto che avete perduto parecchie ore a guardare quella immensa distesa azzurra, sempre in moto, e magari vi sarete bagnati gli stivaletti nelle onde che venivano a morire, con un lungo sussurrio o con un cupo frastuono, sulle sabbie delle spiagge. In quei momenti vi siete mai domandati se fra quelle onde, dalle creste coperte di una candida schiuma, si nascondevano, oltre quelli che la vostra mammina vi prepara il venerdi e il sabato a colazione o a pranzo, dei pesci piu' grossi e piu' cattivi?
Oh! se sapeste che brutti pesci vivono assieme a quelli che voi mangiate con tanto appetito!
Ve ne sono molti che spiano sempre la caduta o la discesa in mare di qualche povero marinaio per mangiarselo: ma uno soprattutto e' di una ghiottoneria incredibile, e predilige la carne umana.
Questo e' il pescecane, un pesce che somiglia nella forma agli altri, con una bocca pero' e dei denti smisurati... Quelli che abitano nel nostro Mare Mediterraneo sono lunghi cinque o sei metri: ma negli Oceani, specialmente nell'Indiano e nel Pacifico, ve ne sono di quelli che misurano dieci e perfino undici metri, con certe bocche capaci di contenere un uomo intero e anche due, e certe file di denti da far drizzare i capelli dallo spavento solamente a vederli.
Questi brutti pesci hanno sempre fame, quantunque divorino un'immensa quantità di animali. Seguono i bastimenti per delle settimane intere, aspettando che qualche disgraziato marinaio cada, per mangiarselo in due soli bocconi; aspettano pazientemente che il cuoco getti in mare gli avanzi del desinare e non isdegnano di inghiottire i pezzi di fune, le scarpe rotte e perfino le scatole vuote delle sardine in olio.
Che cattivi pesci! - esclamerete voi.
Altro che cattivi! Domandatelo un po' a Mastro Tonio!
Se non lo sapete, Tonio è un bravo pescatore, della costa genovese, ed ha la sua capannuccia a tre miglia da Genova, ai piedi di un monte coperto di cedri e di olivi. Questo buon uomo è uno di quei tanti che, al pari di San Pietro, si guadagnano il pane pescando giorno e notte. Quando il mare non è cattivo troppo, da' un bacione alla Maria, sua brava sposa, un altro alla sua piccola Nina, una bella figliuolina grande come voi, che vuole un bene immenso ai suoi genitori, poi sale nella sua barca e si affida al mare.
Un brutto giorno pero', mentre si trovava alla pesca assai lontano dalla sua casuccia, ecco apparire attorno alla barca certi pesci lunghi lunghi, i quali spalancavano delle bocche enormi e soffiavano in certo modo che parevano volessero dire: "Tonio, ti mangeremo!..."
Ve lo figurate lo spavento del povero Tonio? Dapprima non fu capace di fare un solo moto, tanta era la sua paura; ma poi, fattosi animo e raccomandatosi a San Pietro, suo protettore, volse la vela e guidò la barca verso la riva.
I pescicani lo inseguirono sollevando attorno alla barca delle grosse onde colle loro potenti code e tentavano di rovesciarla, senza però riuscirvi. Quando Tonio, che non aveva più sangue nelle vene dallo spavento, giunse in vista della riva, scorse seduta su di uno scoglio la sua Maria che stringeva fra le braccia la piccola Nina. La buona donna aveva scorto da lungi gli affamati pesci, ed era corsa sulla spiaggia temendo che una disgrazia toccasse al marito.
La piccola Nina, comprendendo il pericolo che correva il babbo, l'aveva seguita, pregando la Madonna di soccorrerlo: e tutte e due, pallide, piangenti, aspettavano angosciosamente la comparsa della barca. Quando la videro circondata dai pescicane, si precipitarono verso la spiaggia gridando fra i singhiozzi: "Tonio!... Babbo!..."
Il pescatore, nel vederle, si sentì rinvigorire. Afferrò un remo, si diede a picchiare rabbiosamente la torma affamata e tanto fece da tenerla lontana, finchè la barca toccò la sponda.
Mamma, papà e figlia si abbracciarono, piangendo di gioia, ringraziando Iddio di averli protetti. Però fu così grande lo spavento provato da Tonio che ammalò; e soltanto le cure della sua Maria e le carezze della piccola Nina vinsero il male, sicchè dopo poche settimane, il pescatore era guarito.
Ma che spavento, bambini miei! Vi basti sapere che Tonio quando si alzò non aveva più i capelli neri; gli erano venuti bianchi come quelli del vostro nonno.



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